Español | English | Italiano |Deutsche |Française | 中文 | Русский |




Gerardo Rueda, Silenzi all’aria aperta, Consuelo Císcar Casabán
Gerardo Rueda, Scultore, Barbara Rose
Gerardo Ruedaa Roma: geometria e materia ai Mercati di Traiano, LUCREZIA UNGARO
Gerardo Rueda, e la tradizone artistica spagnola, Francisco Calvo Serraller


LUCREZIA UNGARO

Responsabile del Museo Dei Fori Imperiali



Gerardo Rueda a Roma:
geometria e materia ai
Mercati di Traiano

Da molti anni ormai lavoro in un complesso monumentale che dalla sua costruzione nel II secolo d.C., ha mantenuto una straordinaria vitalità e attualità, al centro della città antica come di quella moderna, cambiando continuamente funzione, da centro amministrativo a convento e caserma, passando per la residenza nobiliare e l’incastellamento fortifi cato, fi no alla nuova destinazione a sede museale ed espositiva. Questa lunga storia di pietre, mattoni e soprattutto varia umanità, conferisce oggi un fascino del tutto particolare ai cosiddetti Mercati di Traiano, denominazione convenzionale creata durante gli anni della riscoperta del complesso negli anni Trenta del Novecento. I volumi, la spazialità, l’osmosi naturale con il contesto urbano hanno attratto come una grande calamita Artisti del nostro tempo, che hanno voluto misurarsi con un luogo così evocativo: da Anthony Caro a Richard Serra, da Eliseo Mattiacci a Igor Mitoraj fi no a Kan Yasuda, per ricordare quelli che hanno portato le loro più signifi cative opere scultore e negli spazi interni e lungo i percorsi esterni. Tutti hanno cercato la specifi ca chiave di lettura per stabilire sinergia tra la propria creatività, l’articolata geometria e il paesaggio urbano.

E adesso arrivano le opere di Gerardo Rueda, grande protagonista della cultura ispanica, altri “colleghi” non può scegliere lui stesso le opere da mostrare, non sembra poter essere lui a tessere il dialogo tra la materia e lo spazio. Eppure, basta sfogliare i cataloghi delle sue mostre, studiare le fotografi e che lo ritraggono per entrare in contatto con la sua personalità, con l’uomo e con l’artista al lavoro: dal disegno che modella le sue opere, preciso, netto ma spontaneo e istintivo, al suo rapporto, direi fi sico, con la loro realizzazione, nella fase di “gestazione” in cantiere, fi no alla scelta e all’applicazione del colore. Si riconosce nel modo di lavorare dell’uomo, il diretto rapporto tra la concezione intellettuale delle opere e la manualità nella loro esecuzione: una relazione intima che troppo spesso, invece, si perde.

La formazione artistica di Gerardo Rueda è fortemente condizionata dalla sua profonda conoscenza dell’Arte Italiana per eccellenza, quella del periodo rinascimentale. Dall’esperienza veneziana in poi, l’Artista tesse un fi lo ispiratore che ha sempre presente la sua relazione con le correnti artistiche a lui contemporanee italiane.

Forse per questo le opere che oggi vediamo inserite nel percorso monumentale e al tempo stesso “urbano” dei Mercati di Traiano paiono scelte e “volute” per il luogo, vengono da lontano, ma raccontano di un percorso umano e artistico sempre attuale. La scelta dei materiali fatta da Gerardo Rueda, soprattutto l’acciaio, il ferro, il legno, il recupero di forme e fi niture molto essenziali, in questo luogo forse più che in ogni altro appare in stretta sintonia “premonitrice” con le nostre scelte recenti per le strutture che concorrono a valorizzare spazi e percorsi del monumento. Il Maestro ha scelto i materiali più espressivi e “di base”, ha composto volumi che nascono da geometrie pure, ha applicato il colore per aggiungere vitalità e forza: avrebbe potuto essere parte integrante del nostro progetto interdisciplinare, accanto ad architetti, archeologi, comunicatori.

Ecco perché, malgrado le condizioni di approccio al complesso e alla città siano inevitabilmente diverse rispetto ad altri Artisti, Gerardo Rueda dialoga con lo spazio e la città lasciando il segno tangibile della sua creatività in un luogo che, anche in questa particolare occasione, conferma una straordinaria capacità nell’accogliere ed esaltare l’Arte.